NOTA
Variazioni sulla cenere riferisce di terra e di fuoco, della natura della materia, che è placida e violenta, abisso e ponte. Parla delle vite che la manipolano e la abitano, dei morti che sono angeli e dei vivi che svaporano. I versi sono d’aria e di luce, oppure materici e aspri, perché la cenere non è solo distruzione, ma terra fertile. Queste di Pusterla, sono pagine sulla vita, sulle vite che stanno al mondo senza pretendere di coglierne il segreto, su quanti si vogliono incontrare, sapendo di non potersi mai, una volta per tutte, reciprocamente conoscere.
Cenere, o terra: mite
alto fusto di platano
si staglia sul cemento che rinserra.L’hai seguito come guardandoti allo specchio:
fuga di verdi, un’ombra di cinigia,
poi giallo cupo, nudo ramo e secco.Ora piccoli bozzoli puntuti
splendono quasi neri sopra il grigio.
Stelle di cenere, o terra. Giorni muti.
INDICAZIONI
Fabio Pusterla (1957) vive tra Lugano e la Valsolda, e insegna letteratura italiana presso il Liceo di Lugano e l’Università della Svizzera Italiana. Collabora a giornali e riviste in Italia, in Svizzera e in Francia, e dirige la collana poetica Le Ali, dell’editore milanese Marcos y Marcos.
Attivo come saggista e traduttore, è autore di sette principali raccolte poetiche parzialmente riassunte nell’antologia Le terre emerse. Poesie 1985-2008 (Einaudi, 2009). Il suo ultimo libro si intitola Argéman (Marcos y Marcos, 2014).