NOTA
In ambienti saturi assistiamo all’arretramento dell’io, mostrato nel suo ritirarsi negli spazi più angusti di casa: vestibolo, cucinino, ripostiglio. In un contesto in cui ogni gesto e ogni pensiero non fanno che rifrangersi velleitariamente sui muri avvelenando la parola, ridurre al minimo il campo d’azione diventa vitale. Più che un dolore, quello che Donalisio mette in scena, attraverso strofe acide e versi frammentati, è un allucinato fastidio per l’inesorabile emorragia di senso. E, di fatto, la sfida non è trovare un ordine e un significato alle cose, ma cercare riparo, qui dove tutto rifiuta un ordine e un significato.
il biglietto non è stato trovato
il gesto inaccettato e non spiegato
rimangono oggetti e racconti
ogni giorno più ipotetici; intorno,
consunzione da inedia, e poi
sabbia su arti via via più bisbetici;
in centro alla stanza, la sedia
INDICAZIONI

Fabio Donalisio (Savigliano, 1977) vive a Roma. miti logiche (2007), la pratica del ritorno (2012, in Poesia contemporanea. XI quaderno italiano), nulla più e nulla meno (2013). È tra i fondatori del progetto editoriale Nervi.
Cura le pagine dei libri di Blowup e insegna a scuola. Cammina.